SERVI DELLA MADONNA

Jaddico

Dimmi quello che vuoi e mi farò servo tuo”! Questo papà disse alla Madonna.
“Che parole forti”, pensavo io, ragazzo di 11 anni e mezzo, “che modo esagerato di esprimersi”, ma mai ho rivelato questi pensieri.
Oggi dico che quello era il più bel modo di rivolgersi alla Madonna per  dare la propria, completa disponibilità: mettendosi al servizio di Lei, e di conseguenza al servizio dei propri fratelli.

I “Servi” si distinguono perchè portano al petto una coccarda di stoffa arricciata, circolare, con al centro la medaglietta della Madonna Immacolata.

Questo il distintivo dei “Servi della Madonna”: una semplice coccarda

La coccarda di Teodoro D’Amici

Coccarda di Teodoro D'Amici

Prima dei fatti di Jaddico, queste persone non si conoscevano, almeno non tutte. E ogni sera questi uomini, con le mogli e i figli, tutte le sere, andavano a Jaddico, a pregare. Serate di tempo buono ce ne saranno state, ma non si sono preoccupati delle serate invernali, del freddo, del vento, dell’acqua, visto che i fatti iniziarono a luglio del ’62 e finirono nel maggio successivo. Hanno pregato anche tutto l’inverno e unico loro riparo è stata una protezione di legno, una baracca, chiusa solo su tre lati. Quell’anno nevicò. 

Teodoro D'Amici in preghiera
Teodoro D'Amici in preghiera. A sinistra del muro, il pilastro di sostegno che imbracherà il muro, per proteggerlo dal rischio di un eventuale cedimento o crollo. Si notano i ferri, in alto, sul pilastro, in quanto il lavoro non è ancora stato ultimato.
Anno 1962 - Partendo da sinistra: Angelo Tafuri (?) - D'Amici Teodoro - Consales Ugo. Si possono notare la costruzione in legno, dove nelle tarde ore della sera i fedeli, si riparavano durante la preghiera. Ancora, a destra, si notano i passamano della scala in legno che si percorreva per portarsi alla quota più bassa, che consentiva di raggiungere il muro
Brindisi agenda Teodoro D'Amici
I Servi della Madonna di Jaddico, accompagnati dalle mogli, parenti, amici

L’art. 17 dello Statuto della Pia Associazione dei Servi della Madonna, la descrive così: “Il segno distintivo degli associati consiste in una coccarda circolare a raggiera, di seta azzurro-chiaro, al cui centro è fissata una grande Medaglia miracolosa in argento.” Detto distintivo viene portato da tutti i soci, all’occhiello sinistro della giacca, durante le funzioni religiose in onore della Vergine, nell’interno e all’esterno della Chiesa.

La medaglietta raffigura la Madonna, con le mani all’ingiù. Sono disegnati i raggi che escono dalle mani della Madonna.

 Tutto intorno, si legge: “Maria  sine labe originali concepta intercede pro nobis

Non solo “mi farò servo tuo”, ma, quando si è visto circondato da un gruppo di uomini animati dall’amore per la Madonna, questo gruppo si è costituito in associazione, sotto il nome di “Pia Associazione dei Servi della Madonna”.

Dobbiamo ad uno dei “Servi” la preghiera di affidamento alla Madonna di Jaddico. Alberto Del Sordo, mi dice che in un momento di ispirazione, chiede, “un lapis”, alla moglie, e di getto scrive, senza correggere, quella che sarà la preghiera di affidamento.

Con questa preghiera i servi mettono nelle mani della Madonna la loro stessa vita, e sono sicuri e sono certi, di ottenere in questo modo  la vita eterna.
Questa preghiera, verrà poi, approvata dall’autorità ecclesiastica.

Ancora una volta, in questa preghiera si nota il desiderio di essere Servo di Maria. “Senza la tua luce mi perderei e diverrei servo del peccato, ed invece non desidero che essere servo tuo.”

La parte finale di questa preghiera, verrà utilizzata nella foto ricordo di Teodoro D’Amici:

rudere Madonna di Jaddico e pellegrini in preghiera

Foto ricordo Teodoro D’Amici

Ricordino foto Teodoro D'Amici
foto ricordo Teodoro d'Amici